Esistono dei principi, delle leggi che ci governano. Nonostante vivi in un mondo scientifico, questo stesso mondo non è abituato a ragionare su se stesso allo stesso modo con cui ragiona sul mondo esteriore. La scienza ormai permea tutta la nostra vita ma si infrange sulle nostre barriere psicologiche. E così le nostre dimensioni interiori prendono la forma di un sogno nel quale crediamo che tutto accade senza che ci siano leggi che animano i nostri processi interiori.
E come riesci a portare avanti questa visione magica di te stesso o di te stessa quando sei così abituato a considerare il mondo esteriore solo con occhio scientifico?
Ci riesci perché NON ti ricordi di te. Quando metti in atto un processo di cambiamento e puntualmente arriva il momento in cui, per andare oltre e cambiare, devi superare la resistenza delle tue abitudini, molto facilmente ti perdi. Non hai l’energia necessaria per rimanere presente e fare ciò che c’è da fare.
Ricordarti di te è l’unico modo che hai per osservarti, perché per osservarti devi essere presente a te stesso. Quando sei in grado di osservarti, diventi consapevole di quali strade hai già percorso, di quali ti hanno portato un risultato e di quali sono un vicolo cieco che ti riporta sempre nello stesso punto. Quando sei consapevole di questo puoi realmente decidere: puoi scartare le strade sbagliate fino a che non trovi quella giusta.
Per ricordarti di te con una certa costanza c’è bisogno di molta energia. Più energia riesci ad accumulare dentro di te e più puoi essere attento.
Cos’è l’attenzione? È la mancanza di tensione. Quando sei attento non c’è niente in cui ti identifichi, non c’è niente che ti porta via. Tutto scorre e tu ti lascia attraversare senza sporcarti di nulla.
Ma normalmente la tua attenzione è molto bassa e ti ritrovi in tensione con la prima cosa che ti sollecita: sei da un’altra parte, non sei presente, non ci sei. Ci sei?!
Quando sei perso nella tua dimensione psicologica sei sempre in dispersione energetica, sei sempre a 3000 ma senza uno scopo reale. La tua immaginazione ti risucchia tutta la tua energia. Ma come puoi non vederlo? Semplice, non hai abbastanza energia per essere attento e ricordarti di te.
Hai l’energia a malapena sufficiente per vivere a livello automatico. Semplicemente riproduci in continuazione le tue abitudini, sei guidato dalle tue tendenze, le memorie che hai accumulato in passato sono attive e ti governano. Sei in attenzione automatica.
Quando un oggetto esterno canalizza la tua attenzione, immediatamente senti un surplus di energia. Questo accade perché la tua energia è stata direzionata e di conseguenza gli sprechi ridotti. Ti senti più vivo e sei felice perché inizi a sentire un senso nuovo in quello che fai. Ma non sei realmente in controllo di te, è un oggetto che sta esercitando la sua forza di attrazione e tu sei semplicemente attratto. Quando per un qualsiasi motivo questa forza attrattiva viene a mancare, ti ritrovi esattamente al punto di partenza. Sei in attenzione identificata.
Ma se riesci ad allenarti abbastanza da accumulare ancora più energia, puoi ricordarti di te. Puoi dividere la tua attenzione tra te e il mondo, tra il tuo respiro e ciò che accade nel momento. Puoi iniziare a osservarti realmente, a essere testimone di te stesso. Puoi iniziare a scoprire il tuo reale funzionamento.
E come puoi accumulare tutta l’energia necessaria? Esattamente allo stesso modo in cui respiri. Per fare entrare aria, quello che fai è semplicemente non fare niente: ti rilassi e l’aria entra dentro di te per differenza di pressione.
Il problema non è far entrare l’energia, il problema è non disperderla inutilmente. Sei pieno di energia ma la usi indiscriminatamente. Hai un grande potere personale ma lo dai via per un tozzo di pane al primo che passa, sempre. Una persona semplicemente ti guarda e sei subito proiettato in una guerra millenaria. Tutta la tua energia per un tozzo di pane secco.
Quello che devi fare è iniziare a NON FARE. Devi interrompere le tue abitudini. Sono loro che consumano la tua energia facendoti rifare cose che andavano bene forse 20 anni fa ma che oggi sono completamente scollegate dal tuo mondo attuale.
Ma interrompere un’abitudine è un lavoro che richiede molta energia. Quindi da dove partire? Parti dall’interrompere qualcosa. Qualsiasi cosa, anche molto piccola, e vedrai che immediatamente sarai capace di osservarti. Riduci il parlare, riduci i movimenti, accompagna la porta fino a chiuderla, lavati i denti con la mano opposta con cui lo fai di solito, mettiti a tavola con gli altri ma non mangiare.
NON FARE una cosa qualsiasi di quelle che sei abituato a fare e immediatamente sarai presente a te stesso e potrai osservarti realmente.
Questo è un vero lavoro. Un lavoro richiede che la tua energia sia utilizzata per uno spostamento direzionato. Finché consumi energia senza una direzione, la stai solo sprecando. Non stai lavorando e non potrai mai guadagnare quanto ti serve per pagare l’ingresso in un livello superiore di te.
Tutto si deve pagare. Niente è gratis. Lo sai, non esiste negozio in cui puoi entrare e prendere qualcosa senza dover pagare in qualche modo. Sai che devi sempre pagare se vuoi qualcosa. E allora perché non vuoi pagare per te stesso? Per la tua felicità?
Il lavoro interiore è la tua forma di pagamento. Il lavoro è un sacrificio.
Devi sacrificare chi credi di essere per poter scoprire chi sei veramente. Devi sacrificare chi sei veramente per poter diventare chi vuoi essere.