SE LASCI AGLI ALTRI GIUDICARE SE È QUELLA GIUSTA?
In un piccolo tempio sperduto su una montagna, quattro monaci erano in meditazione. Avevano deciso di fare una sesshin di assoluto silenzio.
La prima sera la candela si spense e la stanza piombò in una profonda oscurità.
Sussurrò un monaco: “Si è spenta la candela!”
Il secondo rispose: “Non devi parlare, è una sesshin di silenzio totale”
Il terzo aggiunse: “Perché parlate? Dobbiamo tacere, rimanere in perfetto silenzio!”
Il quarto, il responsabile della sesshin, concluse: “Siete tutti stolti e malvagi, solo io non ho parlato!”
Quante volte riesci a osservare come è incessante in te la spinta nel giudicare gli altri? Sai sempre esattamente qual è la cosa giusta che dovrebbero fare le persone che hai intorno.
Ma come è possibile? Su qualunque cosa sai sempre cosa andrebbe fatto per stare bene. Allora partiamo dalle basi. Stai bene? Perché vedi, tu puoi parlare realmente solo delle cose su cui hai avuto successo.
No, non puoi neanche parlare delle cose che ti sono successe. Perché se ti sono successe e basta, vuol dire che non hai idea di come sono successe. Quindi non serve che ne parli.
Ma sì, se su una cosa hai avuto successo, allora puoi insegnarla. Perché sai esattamente come l’hai ottenuta.
Quindi ripeto, perché stai sempre lì a giudicare gli altri e a dirgli qual è la vita che devono vivere? Lo fai per sentirti in controllo? Lo fai per convincerti che quello che sai è reale? Anche se a te non porta i risultati che vuoi, costringendo gli altri a fare quello che tu ritieni giusto, senti che hai successo sulla vita? O è semplicemente per illuderti che tu sei esattamente come dici agli altri di essere? E poi non riesci a fare neanche quello che predichi?
“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non vedi la trave che è nel tuo occhio?”
Vedi, per essere vivo veramente, devi essere consapevole. E la vita nasce nel momento in cui sei consapevole di non essere in grado, al momento, neanche di ottenere i risultati che vuoi per te stesso.
Sì, certo è colpa delle persone stupide, del governo, del gruppo Bildenberg, dei rettiliani, del mondo che esiste. Ma certo ma certo. Hai perfettamente ragione. Tu riesci in tutto e quando i risultati non sono quelli che vuoi è chiaramente colpa di qualcun altro. Perché se non c’era questo signor qualcun altro di certo avresti ottenuto quello che volevi. Se non c’è lui, se non c’è quell’altro, se non c’è quell’altro ancora, tu ottieni sempre ciò che vuoi, esattamente come lo vuoi.
Basta che il mondo non esiste e tu sei abile al 100% di ottenere tutto ciò che vuoi. Se il mondo non esistesse tu avresti esattamente il mondo che vuoi.
Bravo. Ora svegliati un momento perché, anche se ti fa strano, se tu esisti è perché esiste il mondo. Lo so, sono sempre quello rude che si ritrova a dire cose cattive tipo: babbo Natale non esiste! E mo l’ho detto serio, ascoltami: il mondo esiste e babbo natale no! Mondo sì. Babbo no! Chiaro? Ci sei?!
Quindi dicevo: perché vuoi dire agli altri come devono vivere la loro vita se non sai ancora come vivere la TUA. Perché vuoi che gli altri vivano la tua vita se ancora non hai verificato che almeno a te piace? Se ancora non hai verificato che è veramente l’unica vita che vale la pena vivere?
Lo so, lo so. Sei molto più bravo di così. Tu arrivi a vette epiche. Riesci a lamentarti della tua vita e poi dire agli altri che se non vivono come te sicuramente staranno male!
Ti comporti così perché ti senti intelligente. E se sei intelligente sicuramente hai tanto da dire. Ma non sai nulla su te stesso, figurati sulla vita! Smettila di prenderti in giro e inizia a essere serio.
L’IGNORANZA NELLA VITA NON È UN PROBLEMA, LA FALSA CONOSCENZA È IL PROBLEMA!
Devi smetterla! Devi smettere di dire a tutti che l’unico modo di vivere è il tuo. Se smetti di dire a tutti come devono vivere, l’unica cosa che ti rimane da dire è come vuoi vivere tu. E magari trovi l’inizio del tuo percorso!
Se smetti di parlare di quello che non sai, accade una magia! Magicamente inizi a parlare solo di ciò che sai! Solo di ciò di cui sei consapevole!
E questa, per quanto piccola consapevolezza, è la tua vera nascita. Ci sei?!
La compassione nasce dalla consapevolezza che non puoi fare realmente nulla per nessuno tranne esserci. Perché quello che puoi fare realmente è essere qui, ora. Puoi essere lì con lui, puoi accoglierlo e fargli sapere con il tuo esempio che anche lui può vivere la propria vita. Puoi dargli la forza per vivere ma se gli dici come deve vivere lo uccidi, gli togli la sua vita cercando di fargli vivere la vita di qualcun altro. E senza che te ne accorgi uccidi anche te stesso. Perché quando non vivi la tua vita sei morto. Ci sei?! Non è più complicato di così.
Quindi per favore, non uccidere. Non uccidere nessuno. Te lo dico perché ne ho ammazzati tanti da quando sono su questo pianeta. Magari qualcuno se l’è cavata perché gli ho solo rotto le palle ma la maggior parte li ho uccisi. Dove? Sicuramente dentro di me. Forse anche dentro di lui, magari solo un pezzetto ma un pezzetto l’ho ucciso. L’ho ucciso perché credevo che la vita fosse un contenuto e non un processo. L’ho ucciso perché credevo che la vita fosse un evento e non una causa.
L’ho ucciso perché credevo. E quando credi, uccidi te stesso. Devi smettere di credere e iniziare a verificare.
La nostra vita dipende da noi stessi. Quindi la vita reale dipende solo da te stesso. Perché la vita è lì ma devi collegarti. È solo questo il compito di ognuno. E ognuno ha il suo spinotto che si collega solo a una sorgente specifica. C’è un solo ingresso e una sola uscita e ognuno ha la propria.
Vivere significa esserci. Ed esserci significa sapere di esserci, significa essere presenti a se stessi, significa ricordarsi di sé, significa essere consapevoli che questo è il nostro momento e solo nostro. Il mio è solo mio. Il tuo è solo tuo.
Quando ciò appare la vita inizia a riempirti. Le tue energie aumentano. Lo sai che è così, lo hai vissuto tutte quelle volte in cui eri collegato al momento presente e la vita si è scaricata dentro di te! Sai che gusto ha, sai qual è il sapore che ti piace. È il TUO gusto. E di nessun altro.
A te piace perché è il tuo. A un altro piace un gusto diverso. Siamo speciali. Siamo una specie. Tutti abbiamo la capacità di assaporare la vita ma a ognuno piace un frutto diverso. Lascia che gli altri trovino il loro e tu troverai sicuramente il tuo.
I monaci fanno sesshin di silenzio che durano decine di giorni per imparare a non giudicare. E ogni tanto qualcuno impara. Come hai visto, non tutti! Ma qualcuno riesce. Riesce chi si occupa di fare silenzio dentro invece di preoccuparsi di fare silenzio fuori.
Non dico che devi fare il voto del silenzio. Puoi semplicemente cercare di parlare il 50% in meno di quello che fai abitualmente. Ti può sembrare difficile ora ma la verità è che, se ci provi, scoprirai che la maggior parte delle cose che escono dalla tua bocca non le dici tu, escono automaticamente solo per continuare a raccontare il tuo sogno in cui il mondo non esiste e babbo natale sì.
Vedi?! Esserci non è un processo psicologico. La tua memoria non c’entra niente. Esserci è un processo vitale. È un processo esistenziale. È qualcosa che accade e basta, se tu semplicemente permetti a te stesso di essere vivo. Se ti permetti di essere vivo, tu sei testimone della vita.
Per sentirti vivo devi stare in silenzio. Palare meno è solo 1/3 del lavoro. Parlare meno nella tua mente è solo i 2/3 del lavoro. Diventare realmente silenzioso è possibile solo quando inizi a comprendere che credi troppo a te stesso.
Non parlo di quelle stronzate sull’autostima. Sei l’apice della vita sulla terra e hai bisogno di un corso di autostima? E il verme allora?! Perché il verme non ne ha bisogno? Perché i corsi di autostima vanno bene per la tua mente e quella malata degli psicologi! Tu sei vivo e questa è roba per gente morta. Per gente che non sa di essere morta e morire gli sembra il male più grande. Ma se sei morto e muori, che succede? Succede che nasci. Il parto è doloroso ma solo perché dalle tenebre ti immergi nella luce.
Quando pensi di essere intelligente non potrai mai fare silenzio!
Se capisci che non sai nulla di questa tua esistenza, allora sarà naturale essere in ascolto. Sarà naturale guardarti intorno sempre con curiosità e mai con giudizio.
Solo grandi domande e zero pensieri preconfezionati nella tua mente. Ma se sei intelligente e sai tutto ti ritrovi solo con spiegazioni, calcoli su calcoli di cosa devi fare, di cosa deve fare e avanti con tutte le cose senza senso che ti saltano in mente. Perché ti saltano dentro, non sei tu a pensare se credi già di sapere ciò che non sai.
Basta che vedi una piccola cosa e partono mille pensieri. Vero?! Ora stai leggendo in silenzio. Ma è silenzio?! O nella tua testa ogni tanto mi dai ragione, altre volte non sei d’accordo, ogni tanto mi ringrazi e ogni tanto pensi (mi dice di non parlare e poi scrive i poemi ma chi si crede di essere?!), e chi ho accanto sta facendo troppo rumore non capisce che sto leggendo, e come si è vestito questo oggi, certo oggi piove… è silenzio questo?!
E tutto questo accade, vero?! Senza che tu riesca a fermarlo. Non puoi fermarlo! Se pensi di essere intelligente, se credi che quello che pensi ha un valore enorme, allora andrà avanti per sempre questo chiacchiericcio. Puoi fermarlo solo diventando consapevole ma per farlo devi prima lasciar andare tutto ciò che credi di sapere, soprattutto su te stesso.
Non devi stare male se vedi tutto questo. È solo una macchina che ha bisogno di una revisione. Nessun meccanico va in depressione perché c’è una macchina da revisionare. A meno che non sia la macchina del nuovo compagno della sua ex e il cruscotto è pieno di preservativi!
Ma è un meccanico o è meccanico? Questo è il problema.
Quando riesci a vedere che non c’è vita nei tuoi pensieri. Che i tuoi pensieri sono solo memorie riciclate in continuazione. Sono le solite 4 cose senza senso che continui a riciclare da anni, in continuazione. Puoi decidere di essere “il meccanico”. Ma se invece sei meccanico, se ti piace riciclare, se ti fa sentire importante e reale riciclare, allora non smetterai mai e continuerai a essere riciclato.
“Polvere sei e polvere ritornerai”
Ma se osservi il processo, se vedi che è totalmente stupido questo processo. Se comprendi che pensare è un’altra cosa, che pensare non c’entra niente con riciclare. Allora piano piano inizi a prendere una distanza dalla tua mente e tutto questo processo rallenta e si spegne. Perché se non gli dai attenzione, non può andare avanti.
Prendi una distanza dalla tua mente e inizia questo nuovo giorno in silenzio. Grandi cose ti aspettano!
QUANDO PRENDI UNA DISTANZA DALLA TUA MENTE PUOI INIZIARE A PENSARE REALMENTE
E per imparare a prendere una distanza dalla tua mente devi studiare tanto.
Cosa significa studiare? Di certo non significa ciò che ci è stato insegnato a scuola. Tutto quello che abbiamo imparato a scuola ci ha portato a questo momento. Quindi, anche se dei piccoli semi qui e lì sono stati gettati, sono stati gettati in mezzo a campi pienI di erbacce.
Cosa significa VERAMENTE studiare? Significa “fare un’azione forte che ci collega alla luce”. Questo è esattamente il significato dell’etimologia di questa parola. Quindi lo scopo dello studio è fare chiarezza. Ora, sai benissimo che se sottolinei, prendi appunti, ripeti, impari a memoria, puoi riempirti di nozioni ma, per quante nozioni possono entrare, il tuo livello di chiarezza non aumenta neanche di una virgola. Anzi, più cose continui a buttare dentro e più semplicemente aumenti la confusione.
Tradotto: più studi come ti è stato insegnato a scuola e più ti trovi a muoverti a tentoni al buio.
Cos’è veramente il pensiero? Il pensiero, come prima cosa, NON sei tu! Tu non sei i tuoi pensieri. Tu non sei la tua mente. La tua mente è un tuo strumento. E i pensieri sono il prodotto che ottieni usando lo strumento che è la tua mente.
QUANDO LA TUA MENTE TI STA MANGIANDO VIVO SIGNIFICA CHE L’HAI GIRATA CONTRO DI TE E HAI SMESSO DI USARLA
“le cose che possiedi alla fine ti possiedono”
La tua mente serve solo per fare domande al mondo e ascoltare le risposte.
La risposta è fuori e la domanda è dentro. Quando ti confondi e vivi al contrario, quando credi che la domanda è fuori e la risposta è dentro, immediatamente vieni schiacciata.
Quindi, torniamo al “cosa significa studiare?” Studiare significa pensare realmente. Pensare realmente è un processo preciso, proprio perché reale:
1 – RICONOSCERE IL SAPERE: i tuoi sensi intercettano dati dall’ambienti ogni singolo istante ma la maggior parte di questi non arrivano alla tua mente perché dei filtri precedenti, delle memorie cristallizzate in abitudini, li catalogano in base alle tue memorie e li sistemano in archivio senza un’analisi approfondita
2 – DIVIDERE IL SAPERE: se lo riconosci, cioè vedi che esiste un dato nuovo rispetto ai dati che hai ricevuto in passato, puoi occuparti di dividerlo. Cosa significa? Significa vedere di quel dato quali sono i suoi aspetti costituenti (positivo e negativo)
3 – ORDINARE IL SAPERE: una volta che lo hai diviso lo puoi ordinare. Cioè puoi iniziare a vedere cosa va con cosa: cosa è causa e cosa è effetto
4 – ORGANIZZARE IL SAPERE: una volta che lo hai ordinato puoi finalmente organizzarlo, cioè puoi immagazzinarlo per averlo finalmente realmente pronto all’uso. Cioè puoi sapere dove lo hai messo e riprenderlo quando ti serve
5 – SELEZIONARE IL SAPERE: ecco, ora puoi scegliere liberamente cosa fare in base a quello che la situazione in cui sei ti richiede
Quindi studiare, in realtà significa pensare. E l’azione pratica per pensare, cioè fare i 5 passaggi che ti ho scritto, è quella di verbalizzare. Cercare di spiegare a qualcuno cosa stai scoprendo è il modo migliore per riuscire a fare chiarezza. E quando la luce è accesa, prendere quello che ti serve è facilissimo.
Come se apri l’armadio:
- se è un casino e la luce è spenta, prendere quello che ti serve è impossibile e ti ritrovi a uscire ogni giorno vestita a caso, con un calzino diverso dall’altro
- se è in ordine e la luce è accesa, puoi uscire mettendo il vestito che vuoi
Cosa devi fare quindi? Inizia a seguire i webinar senza prendere appunti, tanto li puoi rivedere quando vuoi. E poi semplicemente pensaci. Rifletti, cerca di ricostruire da sola i passaggi.
Cerca di verbalizzare, a qualcuno o solo a te stessa nella tua testa, e vedi dove non c’è chiarezza.
Sicuramente quando lo dico io ti sembra chiarissimo e quando provi a ridirlo tu non lo è più. Non preoccuparti, è normale. In questo momento la lanterna la porto io e quando me ne vado sembra che non si vede più niente. Era così anche per me all’inizio. Ma se ti sforzi di vedere, gli occhi iniziano ad abituarsi al buio. E a un certo punto puoi vedere che anche tu hai una lanterna che puoi accendere.
Ma devi rimanere con il buio. Devi rimanere con la domanda. Non ti devi nascondere dietro una finta risposta. Finta perché data da te solo per chiudere gli occhi e sognare che il buio non esiste. In questo momento esiste ed è bellissimo, perché puoi vedere la luce solo al buio.
Continua a verbalizzare. Appena trovi qualcosa che non torna cerca di farla tornare. Non andare a vedere gli appunti. Non importa che tu impari a dire le cose che dico, quello che è importante è che tu sappia fare le domande giuste: le risposte sono già tutte qui.
NON IMPARARE LE RISPSOTE, IMPARA A FARE DOMANDE
Quindi sforzati, sforzati di fare le domande che non hai mai fatto. Più lo fai e più ti è chiaro. E, se dopo un grande sforzo, proprio non riesci a cambiare domanda, vai solo ora a rivedere gli appunti che hai, a rileggere quel post o quel libro, o a rivedere quel webinar o quel film, e vedrai che in un istante ti sarà subito tutto chiaro. Vedrai che immediatamente sentirai di comprendere, in un momento avrai realizzato.
Ma questo momento esiste solo se lo hai prodotto con un grande sforzo volontario. Senza volontà, questo momento non arriverà mai.
Ma se lavori per costruire la tua volontà questo momento arriverà molto prima di quanto credi, perché quello che credi non ha nessun valore.
E QUANDO VEDI LE COSE PER QUELLO CHE SONO, FARE CIÒ CHE È NECESSARIO PER OTTENERE I RISULTATI CHE VUOI NON RICHIEDE NESSUNO SFORZO