Sono in vasca, sto nuotando. L’allenatrice mi continua a far fare avanti e indietro. Devo tenere il tempo. Devo tenere il ritmo.
Sono in vasca e penso: “sto per cedere”.
Un’altra vasca. Qualcosa cede. Un’altra vasca ancora. E ancora. Qualcosa è ceduto ma non sono io. Mi riempio di energia e inizio a nuotare meglio di prima. Con più ritmo, con più fluidità. Quello che fino a un attimo prima sembrava impossibile, è diventato semplice. È diventato così facile da spingermi a fare ancora di più.
Ci sei tu da una parte e il tuo corpo e la tua mente dall’altra. Finché rimani immerso nelle abitudini, sei sempre in questo equilibrio paralizzante con il tuo corpo e la tua mente e niente cambia. Per esserci un cambiamento ci deve essere una crisi, una rottura di schema.
Finché lo schema non si rompe, le memorie che costituiscono il tuo corpo e la tua mente ti tengono in prigione. Le tue memorie sono la tua personalità e finché lei è al comando farà sempre di tutto per non rompere lo schema. Se accidentalmente uno schema viene rotto, la personalità attiva subito uno schema di sicurezza per limitare i danni. La personalità è il tuo limite.
Se sei tu a cedere, rimani confinato nei tuoi limiti. Ma se alleni la tua volontà puoi iniziare a batterti e a scoprire te stesso.
“Cosa sai di te stesso se non ti sei mai battuto?!”
Se resisti volontariamente alle pressioni della personalità, a un certo punto potrai iniziare a vederla cedere. Se non ti lasci trasportare via dalla tua personalità, i suoi tentativi di riaddormentarti si esauriranno. La personalità ha degli schemi abitudinari molto limitati e se non ti fai tirare dentro, dopo poco si smonterà. Quella che ti sembra una montagna impossibile da scalare, scoprirai essere solo un pallone gonfiato che viene giù con uno spillo.
Se rimani ferma, se vai avanti dritto senza voltarti: i tuoi muscoli cederanno, i tuoi pensieri cederanno. E cosa cederanno? Tanta energia. Ma così tanta da farti sentire un altro. O forse dovrei dire: “così tanta da far sorgere te stesso”.
Ma non basta un singolo momento. La tua personalità è un’abitudine così forte da smettere che tornerà a farti visita. E se non sarai pronta ti riporterà nel mondo dei sogni.
Devi essere pronto. Devi allenarti. Allenarti a rimanere sveglio, a essere presente. Devi allenarti a fare pulizia, a non rimanere attaccato. Attaccato a cosa? Alla giustificazione. La giustificazione tornerà sicuramente ma tu devi essere pronta a vederla il prima possibile e a lasciarla andare, senza scuse. Perché alla prima scusa avrai iniziato nuovamente a nutrire la tua personalità e il tuo vero io si richiuderà nuovamente su se stesso.
Ogni volta che si attiva uno schema, dentro di te c’è agitazione. Uno schema parte dalla tua mente ma non è collegato con il presente. I dati percepiti dal tuo corpo non corrispondono allo schema attivato dalla tua mente. Per questo il centro emotivo entra in agitazione. È il segnale che c’è disallineamento tra la mente e il corpo. E se mente e corpo sono disallineati, non potrai mai ottenere nulla. Tutto andrà a caso. E sognare che le cose stanno andando come vuoi non farà altro che peggiorare la situazione.
Più tempo sogni e più ti allontanerai dalla strada che conduce a te stesso.
Il tuo centro emotivo cerca di tenerti sveglio ma tu lo ignori perché stai così bene sotto le coperte da non voler sentire nessuna sveglia. E così la rabbia, l’invidia, la gelosia, l’ostinazione, l’ansia e tutte le altre emozioni negative che conosci, le trasformi in qualcosa di reale per giustificare il tuo sogno.
Non sono reali, sono solo sveglie. Sono stati interiori che ti avvertono che stai funzionando male, che sei in una condizione di pericolo e devi spostarti velocemente.
Quando senti agitazione, devi sforzarti di rimanere fermo il più possibile. Non parlare, non agire. Mi piacerebbe dire: non pensare. Ma so che al momento è troppo difficile, ci vuole troppa energia, ci vuole troppa presenza per non identificarsi nel pensiero e lasciarlo scorrere via. Quindi sforzati di rimanere in silenzio. Sforzati di rimanere ferma. Lavora. E dopo pochi secondi vedrai come i tuoi pensieri cederanno, le tue tensioni fisiche cederanno. Sentirai l’energia salire dentro di te e inizierai a vedere. Vedrai le contraddizioni. Vedrai che ti stai arrabbiando con qualcuno accusandolo di comportarsi esattamente come ti stai comportando tu in quel momento.
“Non mi sta bene che mi dici quello che devo fare!” E tu che stai facendo?
“Ti lamenti e basta!” E tu che stai facendo?
“Tu non ci pensi mai a me, pensi solo a te stesso!” E tu che stai facendo?
Rimani in silenzio. Fermati. Prendi una distanza. Non rimanere attaccato. Non farti trascinare via. Guardati. Accendi la luce e prendi un tempo. Lascia che i tuoi occhi si abituino a vedere ciò che è reale.
COS’È REALE DENTRO DI TE?
Per vedere cos’è reale dentro di te, devi vedere cosa non lo è.
“So di non sapere”
Quando sai di non sapere, automaticamente sai esattamente cosa sai. Lo vedi? Per sapere che non sai una cosa, automaticamente devi sapere esattamente cosa sai.
Quindi per sapere cosa è reale, devi osservare cosa non lo è.
Per te non è reale tutto ciò che non è in relazione con te e non è reale ciò che non ti è prossimo.
Se pensi o fai cose che, se le osservi un momento, ti rendi conto non ti interessano, che non sono in relazione a uno scopo che senti tuo, NON sono reali. Se pensi o provi a fare cose che vuoi fare ma che dalla tua posizione non sono possibili, allora non ti sono prossime.
DEFINISCI NON DA DOVE VUOI MA DA DOVE PUOI INIZIARE A SVILUPPARE TE STESSO
Per te è interessante solo ciò che riguarda TE STESSO e PUOI fare solo ciò che ti è prossimo.
Ora, tutto ciò che è reale dentro di te è un TUO asset. E tutto ciò che è reale intorno a te sono TUOI asset.
Un asset è un moltiplicatore di ricchezza. Quando lavori su qualcosa di reale, cioè su una causa, automaticamente produci una situazione nuova, quindi più ricca della precedente perché per te vantaggiosa.
Un costo è un distruttore di ricchezza. Quando lavori su qualcosa di illusorio, cioè su un effetto, automaticamente produci una situazione casuale, quindi più povera della precedente perché per te non di vantaggio.
Un asset è la causa di ricchezza. Un costo è l’effetto di non aver usato l’asset correttamente. E la ricchezza è la soluzione a un problema. Più sei la soluzione, più sei ricco.
La domanda è: come fai a utilizzare questi asset a tuo vantaggio? E come fai a vederli?
Per imparare a vedere gli asset che ti circondano e a utilizzarli, devi semplicemente cambiare la chiave di lettura. Se la chiave di lettura è quella della personalità, quella egoriferita, automaticamente tu vuoi solo cercare di possedere gli asset per sentirti fico, per sentirti al sicuro. E così cerchi di possedere gli asset perché credi ti renderanno ricca e poi finisci solo per riempirti di costi che ti impoveriscono ogni giorno.
È INUTILE POSSEDERE ASSET SE NON SAI COME USARLI, PERCHÉ QUALSIASI ASSET SOTTOUTILIZZATO SI TRASFORMA IN COSTO
Ma è solo la chiave che usi che è sbagliata. È sbagliata perché non è in relazione al tuo scopo ma è in relazione agli scopi della tua personalità. E la tua personalità vuole solo sentirsi al sicuro e per questo superiore agli altri o protetta dagli altri. La tua personalità vuole sole che gli altri non la giudichino inadeguata. La tua personalità si nutre degli scopi degli altri per sentirsi dire: BRAVA!
E così ti illude sempre che devi solo prendere per te stesso, in tutte le relazioni. Ti illude che puoi vincere solo se gli altri perdono. Ti illudi che vincere significa che gli altri ti applaudano, ti temano, ti rispettino. E così finisci sempre per perdere raccontandoti che sono gli altri cattivi. Perché la vittoria ottenuta con l’inganno non ti porta felicità.
La felicità nasce dalla tua capacità di imparare a ottenere un risultato nuovo. Se i risultati che ottieni sono tutti falsi perché per te non interessanti, puoi solo perdere. La vera vittoria è quella in cui tu sei capace di ottenere il risultato che vuoi, indipendentemente dalla capacità di chi ti sta intorno.
Non è importante per te essere migliore degli altri. Per te è realmente importante stare bene. E per stare bene hai bisogno di aiuto: se il tuo scopo è battere gli altri mortificandoli invece di aiutarli a esprimere il meglio di sé, l’unica situazione che puoi creare è quella in cui la tua vita diventa sempre più povera.
“Non guardare mai nessuno dall’alto verso il basso o dal basso verso l’alto, guardalo sempre negli occhi.”
Esci dal binomio genitore – figlio. Se vuoi costruire la tua vita devi essere padrone di tutte le forze in gioco: devi diventare adulto per avere la forza di vedere ciò che è reale e di fare ciò che è necessario.
Devi avere la forza per raccogliere la chiave giusta e vedere che gli asset ci sono ovunque e aspettano solo qualcuno che si prenda cura di loro.
La chiave che devi avere per usare gli asset è: come posso usare gli asset per risolvere i problemi degli altri?
Non i tuoi problemi. Quelli degli altri. Perché quando risolvi i problemi degli altri, automaticamente gli altri stanno bene e sono pronti a risolvere i tuoi. Quando invece vuoi risolvere i tuoi, automaticamente agli altri stai accollando i tuoi problemi, che sommandosi a quelli che hanno già, generano solo conflitto.
Se hai problemi e qualcuno arriva e ti prova ad accollare i suoi: come reagisci? Lo mandi a quel paese! Gli dici che hai già i tuoi problemi e anche i suoi proprio non ti pare il caso che sia tu a doverteli sobbarcare. Vero o no?
Se vuoi costruire la situazione che vuoi, devi aiutare gli altri a costruire la loro. Ma non a caso. Devi aiutare le persone che sono in relazione al tuo scopo e ti sono prossime. Perché loro diventeranno il sostegno su cui costruire la situazione che vuoi per te stesso. E lo faranno solo quando tu avrai contribuito concretamente a creare la situazione che loro vogliono per se stessi.
Quando pensi ai problemi dei locali, non puoi pensare che i problemi che devi risolvere sono del tipo: come fa il proprietario del locale a guadagnare di più? Devi andare più in profondità. Perché se ti fermi così in superficie in automatico cominci a tirare fuori dal cilindro un’idea più merdosa dell’altra.
Non sei più intelligente del proprietario del locale. Svegliati! Lui ci pensa dalla mattina alla sera a come fare a guadagnare di più! Non è che tu arrivi e trovi una soluzione migliore. Se credi questo, sei veramente un coglione.
Non è un problema di intelligenza. È quanto è profonda la tua visione.
Il proprietario ragiona su come guadagnare di più ma rimane sempre chiuso tra le 4 mura della sua fottuta prigione. E se non ci riesce lui a trovare un modo pensi che arrivi tu, entri nelle sue 4 mura del cazzo, e gli cambi la vita? Ma pensa a cambiare la tua invece di andare in giro a fare l’evangelista.
NO, NON È QUESTA LA STRADA CHE TI STO MOSTRANDO
Devi andare oltre la tua pseudo intelligenza. Devi vedere che non sei capace e non hai grandi assi nella manica. Devi vedere che sei un coglione che non sa niente. E proprio perché vedi questo, invece di dare l’ennesima inutile risposta, comprendi l’importanza di farti la domanda e osservare qual è la risposta che dà il mondo.
Un potenziale cliente è una persona che ha un problema e non sa come risolverlo.
Se il tuo potenziale cliente ora è il proprietario dei locali e il suo problema è incassare di più, allora la soluzione è vendergli clienti ben profilati che spendono bene.
Quindi la soluzione è creare una lista ben profilata da poter affittare ai proprietari di locali. Ma questa lista non è la fottuta lista di parenti e amici. Questa lista la devi creare dando valore a questi potenziali clienti.
Devi iniziare a conoscerli, a capire i loro problemi, a dargli soluzioni pratiche. Lo devi fare per cominciare ad avere autorità rispetto a questo particolare problema che hanno. E quando hai autorità gli puoi prescrivere cosa fare.
Diventa l’esperto di divertimento per palestrati e gli potrai poi prescrivere come e quando si devono divertire senza rovinare il lavoro che fanno durante la settimana.
Diventa il dott. Stranamore e gli potrai poi prescrivere come e quando portare fuori la loro compagna per fortificare la relazione che ha con lei.
Diventa stocazzo e gli potrai poi prescrivere come e quando fare il cazzo che gli serve per risolvere i suoi problemi.
ATTENTO: DEVI PRESCRIVERGLI IL CAZZO CHE GLI SERVE
Perché se li truffi, in poco tempo viene fuori e nessuno vuole più seguirti neanche quando si trova dietro di te nella fila per il cesso!
- COS’È IN RELAZIONE A TE? IN RELAZIONE AL TUO SCOPO?
- QUAL È IL TUO LIVELLO? COSA PUOI OFFRIRE? COSA PUOI FARE ORA PER GLI ALTRI
- CHI SONO QUESTE PERSONE A CUI PUOI FARE DA GUIDA
Sono queste le 3 domande a cui devi rispondere e ci vogliono 5 minuti se sei sincero con te stesso. Ma non ci vogliono 5 minuti per farlo: 5 minuti per rispondere a queste domande, una vita di lavoro per realizzarlo.
Ma quando questa vita di bucio di culo è esattamente la vita che vuoi, automaticamente la fatica si trasforma in divertimento. Quando hai dato tutto, sei felice perché sai che hai dato tutto te stesso alla tua vita e non c’è niente che è andato sprecato.
I locali sono un mezzo. I problemi che devi risolvere sono sempre e solo quelli dei clienti finali. Quando sai risolvere quelli, in automatico risolvi anche quelli di tutta la rete: il locale lavora di più, assume di più, compra di più dai fornitori. E tutte queste persone che guadagnano, quando staccano da lavoro, diventano a loro volta clienti di qualcun altro. E così tutta la rete si arricchisce.
Se risolvi i problemi dei clienti finali, stai risolvendo problemi anche a persone che probabilmente nella tua vita non incontrerai mai e che non sapranno mai della tua esistenza e di ciò che fai. Ma non è importante, perché è solo la personalità vuole il riconoscimento. Il tuo vero te vuole realmente solo vivere la tua vita al 100% esattamente come la vuoi.
Un’ultima cosa: non ti incartare con “ma io non so qual è il mio scopo, come faccio?” E in un attimo sei riuscito a riportarti sempre nella condizione di merda in cui le tue abitudini sguazzano. È sempre la stessa cosa: qual è lo scopo in relazione a te e prossimo? Non mi fotte nulla dello scopo della tua vita. Mi interessa lo scopo della tua esistenza. Tu esisti ora. Quale cazzo è lo scopo che senti che vuoi seguire ora? Se lo senti, è lo scopo giusto. Ti porterà da qualche parte. È un percorso. Arriverai a un nuovo bivio. E solo allora sentirai quale strada devi prendere.
Ma se continui a rimanere fermo non succederà mai nulla. Tutte le strade che prenderai ti sembreranno tristi e deprimenti: il problema non sono le strade in sé, il problema è che non sono le tue. Stai seguendo le vie di altri e su queste vie per te non ci può essere nulla. Queste vie per te sono morte.
SEGUI SEMPRE E SOLO LA VIA CHE HA UN CUORE
Perché il cuore che trovi sulla via è il tuo. Seguila e troverai te stesso. Il tuo cuore soffre solo quando non può battere per te perché tu sei altrove. Se sei dove sta il tuo cuore lo sentirai sempre battere e questo sarà il segno inconfondibile che sei vivo e puoi goderti la tua vita.