Ci risiamo: chiudiamo oggi per riaprire domani! E, dopo un anno, eccoci nuovamente chiusi in casa fino a Maggio.
Niente rinascita pasquale.
E come mai non c’è rinascita: beh chiaramente la colpa è dei giovani che diffondono il virus continuando a vivere solo di movida.
E così c’è chi avanza anche la proposta di chiudere la movida alle 15 e non più alle 18. Perché è chiaro, ci sono studi scientifici su studi scientifici che dimostrano senza ombra di dubbio che la movida è il male assoluto.
E quando la scienza parla bisogna ascoltarla. Per esempio quando dice che il covid porta come complicazione un’infiammazione a cascata e per questo è fondamentale intervenire immediatamente con antinfiammatori non steroidei, per capirci: l’aspirina.
E infatti da più di un anno le politiche adottate per chi riscontra i sintomi da covid sono quelle di stare a casa in vigilante attesa, cioè non fare nulla se non verificare se l’infiammazione aumenta fino al punto di richiedere l’ospedalizzazione. (Per essere precisi, a dicembre finalmente i protocolli nazionali sono stati cambiati da vigilante attesa a uso di antinfiammatori ma, a sentire in giro, chi sta a casa di questo non è stato messo al corrente più di tanto. E così l’idea comune è quella di aspettare e in caso prendere la Tachipirina, che è un antipiretico che abbassa la febbre. Utile se la febbre è molto alta ma drammatico se semplicemente tiene giù una febbre normale. Sai perché? Perché il sistema immunitario funziona solo quando la temperatura corporea si alza: spoiler, la febbre non è una malattia ma la reazione dell’organismo che aumentando la temperatura attiva i linfociti per combattere gli ospiti ostili.)
E quando la scienza parla bisogna ascoltarla. E ora lo Spallanzani tira fuori uno studio che mostra come la salute muscolare dovuta allo sport riduce significativamente il rischio di contagio covid così come soprattutto riduce il rischio di un aggravarsi di condizioni negli anziani che si tengono in forma.
Per non parlare dell’utilizzo della vitamina D che finalmente viene consigliato dopo un anno in cui più volte è stato equiparato alla stregoneria.
Insomma, la scoperta dell’acqua calda: se ti tieni in forma e non sei stressato, tendenzialmente stai bene.
Ma, visto che l’unica strada possibile sembra aspettare chiusi in casa, vediamo un po’ che ci riserva questa Pasqua.
Al netto che i contagi sono sempre stati alti tranne che in estate (sarà perché un rinovirus è estremamente depotenziato quando fa caldo e si sta all’aria aperta? Non lo so, sicuramente solo il CTS può sapere cosa è vero e cosa no) sia con i locali aperti che con i locali chiusi, cosa è successo nel frattempo?
Nel frattempo tutti i bar e i ristoranti si sono attrezzati per conformarsi ai provvedimenti per limitare il contagio, mettendo un limite massimo di ingressi, dispositivi di sicurezza, distanziamento e nonostante tutto sono stati obbligati a chiudere.
Prima il governo obbliga, e sottolineo obbliga, a fare tutto per limitare i danni e poi li chiude. Questo è autoritarismo becero e non illuminata amministrazione e gestione di un Paese.
Cosa accadrebbe se fossi io a cambiare idea così dopo aver firmato un contratto? Beh semplicemente mi verrebbe imposto da un giudice di pagare un risarcimento: il famoso ristoro.
Un ristoro vero, con i miei soldi, non con quelli di qualcun altro, non con i soldi dei contribuenti. Così è facile prendere decisioni senza occuparti realmente dei danni che provochi alla gente, tanto non sei tu, politico che stai al governo, a pagare.
E lo so, per molti è anche giustissimo che sia così: perché il governo è qualcosa di superiore, il Dio padrone che ha poteri che esulano la normale condizione del cittadino.
Se io sbaglio gestendo la mia azienda, pago di tasca mia.
Se il governo sbaglia a gestire il Paese, pago sempre io.
Perché questa disparità? Perché il governo ha il sacro compito di gestire un Paese. E magicamente tutto gli è concesso in nome di un fantomatico ideale superiore.
Ma la cosa che più mi preme, in fin dei conti, è un altra. Perché di certo non mi interessa definire chi ha torto o ha ragione perché non sono certo Dio. Come non lo è nessuno.
Quindi, anche fosse vero che andare al bar è la causa della diffusione del virus, la domanda è: vale più la libertà o vale più la paura di vivere?
Attenzione, non ho detto la paura di morire. Perché chi ha veramente paura di morire, vive ogni istante sapendo che potrebbe essere l’ultimo.
Solo chi ha paura di vivere fa di tutto per non rischiare di morire.
Vale più la libertà o la paura di vivere?
Se tu hai paura, tu non esci di casa. Ti fai portare la spesa dal corriere, ti fai aiutare dall’assistenza di zona, stai chiuso in casa per i tuoi giusti motivi e lasci stare gli altri.
“C’è un’enorme differenza tra trattare le persone equamente e cercare di renderle uguali. Mentre la prima è una condizione necessaria di una società libera, la seconda è una nuova forma di schiavitù.”
Friedrich von Hayek
Premio Nobel per l’economia 1974
Cosa significa trattare le persone equamente? Significa dare a tutti le stesse possibilità e lasciare che ognuno scelga ciò che lo rende più felice. Significa che tutti abbiamo la stessa condizione e a partire da lì decidiamo cosa farci. Significa libertà.
Cosa significa cercare di renderle uguali?
Significa imporre a tutti la stessa condizione trasformandola così in condizionamento. Significa essere schiavi del potere.
C’è dell’altro? Sì, c’è dell’altro.
Chi ce li ripaga questi anni persi? Non solo ai giovani ma a tutti coloro che avrebbero voluto viverli diversamente, avrebbero potuto anche, ma gli è stato impedito per legge.
Ovviamente non li può ripagare nessuno, tantomeno il governo che si crede e viene spesso creduto essere Dio onnipotente ma, di onnipotente, proprio quest’anno è chiaro non ha nulla.
E oltre al danno la beffa: avremo un debito astronomico da pagare per queste manovre economiche insensate. Perché le manovre economiche adottate finora stanno distruggendo tutto e questo è un fatto alla luce del sole.
Quindi, mentre non sappiamo se le scelte del governo sono idonee per debellare il virus, sappiamo per certo che stanno distruggendo tutto il resto.
E così, da un anno, con il pretesto del “si intasano le terapie intensive” ci stanno togliendo la vita e il futuro, a tutti, non solo ai giovani. Con il presto del virus “cattifho”, ci stanno togliendo tutto.
E dico tutto! Infatti più danneggi il tessuto economico per “non intasare il sistema sanitario”, più condanni il sistema sanitario stesso a morte.
Perché indipendentemente se la sanità è statale o privata, se non c’è modo di produrre ricchezza con cui pagarla (tasse per il pubblico, reddito per l’assicurazione per il privato) arrivi al punto che crolli sotto il break even: cioè quello che hai non basta più per pagare la sanità.
Quando arrivi a non poter pagare (anche solo) uno di questi:
Medici
Infermieri
Manutentori
Diagnostica
Ecc.
Chi lavorerà più? Lavoreranno gratis? Qualcuno per un po’ di tempo, per senso di sacrificio e di umanità e magari perché si aspetta che è solo un momento, lo farà. Ma se il prezzo è, in questo caso, rischiare di contagiarsi e a sua volta non avere poi la “struttura” che lo curi per ristabilirsi e riprendere a curare la gente, salterà tutto, inevitabilmente, per aria.
E lo stesso accadere per tutti gli altri servizi pubblici. Non solo per la sanità.
Riporre tutta la speranza nei vaccini è dura, esattamente come riporre la speranza nel pagare sempre tutto a debito. Cioè la speranza di spostare sempre avanti il problema.
“Spostare il problema sempre a domani nell’illusione che ci sarà sempre un domani. Fino al giorno in cui il tuo domani non c’è più!”
Possono aiutare ma anche questi per essere prodotti e distribuiti hanno dei costi che vanno pagati (sì, altro spoiler, se ci pensa lo stato i costi ci sono ugualmente perché non è Dio. Questa illusione che se lo fa lo stato non lo devi pagare, semplicemente lo paghi con le tasse e, dove le tasse non bastano, con l’emissione di debito pubblico. Perché per realizzare qualcosa servono asset e gli asset hanno sempre un costo di approvvigionamento e mantenimento)
È una questione di “quando”, non di “se”.
Ma ovviamente non può essere raccontato così e quindi serve un capro espiatorio per giustificare le cazzate del Governo: i giovani.
È un anno che lo dico e non mi tiro indietro:
Quando sei convinto che il male nel mondo è dovuto a una società sbagliata, immediatamente ti convinci di essere giusto e dai la colpa a chi non la vede come te. E così inizi a batterti per imporre un modello di società che renda tutti uguali, perché credi fermamente che cambiando la società finalmente tutti saranno felici.
Indipendentemente dal partito politico esistente o ideale a cui ti riferisci, hai una visione socialista. Cioè una visione in cui bisogna creare una società giusta per correggere gli uomini sbagliati.
E, una volta che ti assumi questo ruolo di Salvatore, ecco che chiunque mette in atto comportamenti che non approvi deve essere fermato.
Storicamente, i giovani sono sempre quelli che mettono in atto comportamenti che vanno contro la morale passata.
È la caratteristica della gioventù: quella di liberarsi dai pregiudizi e preconcetti e tentare strade nuove che per chi li ha preceduto non devono essere battute.
Quindi sì, i giovani che vogliono vivere la loro vita e continuare ad avere relazioni sociali sono il capro espiatorio ovvio di una società che cerca sempre di dare la colpa a qualcun altro.
Perché il fatto che il sistema sanitario faccia acqua da tutte le parti è un lascito del passato, non di certo opera dei giovani che pensano solo ad andare a divertirsi!
E così, per l’ennesima volta in Italia (anche da altre parti ma ci interessa intanto casa nostra), ecco che viene messa in moto la macchina del fango per oscurare i vetri e impedire di vedere cosa c’è dietro.
E la memoria corta fa il resto:
“Non è colpa nostra se voi dovete fallire o se non siamo riusciti ad adeguare il sistema sanitario in un anno di tempo! Guardate là, i giovani sui navigli che fanno aperitivo, sono proprio loro i colpevoli!”
Questo è il ritornello che viene trasmesso h24 da un anno a questa parte.
Quando hai bisogno di dare la colpa a qualcun altro per giustificare la tua mancanza di libertà, stai sempre e solo nascondendo ai tuo occhi la tua stessa schiavitù.
Perché ti ho voluto raccontare tutto questo? Per spingerti a scendere in piazza? No, perché il conflitto genera solo altro conflitto. E, per quanto spesso ci sembri sacrosanto batterci per imporre agli altri quelli che riteniamo giusto, la verità è che così non facciamo altro che continuare a portare avanti uno schema conflittuale che genera sempre e solo povertà e distruzione.
La libertà non si conquista con la lotta. Chi si riempie la bocca di queste convinzioni segue ideologie nate anche secoli fa che, alla prova del tempo, hanno portato solo altro conflitto e mai il benessere che promettevano.
La libertà si conquista solo con la conoscenza. Quando sai come funzionano le cose sei libero di decidere che direzione prendere.
Quando non lo sai, non sei libero di decidere che direzione prendere.
In questo momento si sta decidendo il tuo futuro: per molti sarà un futuro di stenti. Immagina solo quanto era difficile arrivare a fine mese prima della pandemia e quanto lo sarà dopo tutto quello che è successo.
In questo momento stai decidendo il tuo futuro e puoi farlo a una sola condizione: che tu sia libero di decidere.
E per essere libero di decidere non devi fare la guerra a nessuno, devi solo iniziare a sviluppare la tua conoscenza.
Devi iniziare a investire in te stesso.
Devi smetterla di essere confinato nelle 4 cose in cui credi perché non ti hanno mai portato il benessere che volevi e non te lo porteranno mai. Perché, indipendentemente da ciò in cui credi, se credi invece di osservare senza pregiudizio e verificare come funzionano veramente le cose, sei e sarai sempre limitato.
E quando sei limitato, quando sei costretto, quando sei condizionato, sei sempre sotto stress e sotto pressione e ti riduci sempre di più.
Come può sbocciare la tua vita se non fai altro che ridurti. Come puoi arricchirti a livello di salute, di amicizie, di relazioni intime, di lavoro, di finanza? Come puoi arricchirti se sei povero di conoscenza sul come si crea un’esistenza ricca e abbondante?
Non cadere nell’illusione che imparare pochi o tanti libri a memoria sia conoscenza.
A scuola ti hanno solo insegnato a conformarti. Non ti hanno mai insegnato a indagare. Lo scopo della scuola come istituzione è quello di farti rispondere in modo conforme a quello che è il programma didattico stabilito dal potere in carica.
E così, se sei iper laureato, sei facilmente straconvinto di possedere la conoscenza perché hai dei certificato che lo attestano. Ma sei solo immerso in un complesso e intricato groviglio di catene. Perché ogni volta che dai più importanza a ciò che sai invece che a ciò che non sai, immediatamente sei diventato schiavo della tua condizione e non sei più libero di cambiarla.
E se, invece, sei stato ribelle e hai deciso di non studiare mai perché tanto non serve, sei comunque schiavo perché non sai nulla.
La conoscenza è quella sottile fessura in cui passi per dedicarti sempre a scoprire ciò che non sai senza mai trarre nessun tipo di conclusione.
Dove ci sono conclusioni, non c’è conoscenza. Dove non c’è conoscenza c’è schiavitù. Dove c’è schiavitù non c’è libertà.
Dove ci sono conclusioni, non c’è libertà ma sempre e solo imposizione.
Mancano pochi giorni a Pasqua. Non lasciarti trascinare in questa spirale infernale. Rinasci a te stesso. Inizia a vedere il mondo con occhi nuovi. Lascia andare le tue credenze e abitudini limitanti.
Investi il tuo tempo per sviluppare la tua conoscenza. Sviluppa le tue competenze.
Sviluppa la capacità di essere testimone di ciò che accade, vedendo ciò che è e non ciò che credi.
Inizia a pensare a ciò che vedi invece di continuare a vedere ciò che pensi.
Inizia a lavorare per creare il mondo in cui vuoi vivere invece di continuare a sprecare il tuo tempo per combattere un mondo che non vuoi.
Non farlo per te. Fallo per il tuo prossimo. Fallo per il te di domani.
Perché, se non ti prendi cura oggi del te di domani. Il te di domani si troverà a vivere in un mondo orrendo.
E il te di domani sei semplicemente tu.