Spesso la tua giornata scorre via senza domande. La verità è che spesso fai di tutto per non farti domande. In particolar modo è la tua personalità che fa di tutto per evitare che si crei lo spazio della domanda. Perché la domanda nasce da una piccola crepa nella personalità.
Nasce nel momento in cui le tue memorie, e quindi le tue abitudini, vengono messe in discussione dagli eventi in modo troppo deciso da poter essere ignorato. Nasce nel momento in cui la tua personalità ha finito le energie nel tentativo di nasconderti la verità e per un attimo cede e fa cadere i veli davanti ai tuoi occhi. Nasce in un momento come questo, in cui tutto si è fermato e non puoi continuare a riempire il tempo con la tua routine tranquillizzante. E il tempo che si libera crea lo spazio per accogliere la domanda.
Ma finché questo non avviene la tua inerzia è una dolce ninna nanna che ti culla nel tuo sonno. Sei così dolcemente addormentato che niente riesce a svegliarti. E finché sei immerso nei tuoi sogni personali, non ci possono essere domande.
Ma ogni tanto fortunatamente capita che la tua personalità non ha le energie per continuare a tenerti gli occhi chiusi. E nel breve momento in cui li apri un poco, immediatamente vedi che sei costantemente trascinato dalle tue memorie, che tutto quello che fai è frutto di un qualcosa accaduto tempo prima che si continua a riproporre continuamente. Che in molti, se non tutti i campi della tua vita, stai andando avanti per inerzia.
E quello che scopri è che quando vai avanti per inerzia, in realtà stai andando indietro. Stai sprofondando verso il basso spinto dalla forza immensa dell’entropia.
Quando hai gli occhi aperti e vedi, automaticamente nasce la domanda. È la domanda giusta? Sì, è sempre la domanda giusta perché in quel momento tu stai vedendo e quindi la domanda che si mostra è perfettamente reale.
LA DOMANDA È SEMPRE GIUSTA, È LA RISPOSTA CHE È SEMPRE SBAGLIATA
È sicuramente la domanda giusta per te in quel momento. La verità è che troppo spesso scegli la risposta sbagliata, quella che ti fa tornare a dormire. E così ogni tanto riapri gli occhi e scopri che sei ancora fermo a quella domanda.
La domanda è giusta, sempre. Ma rispondere non basta. Se sei tu a rispondere invece di ascoltare cosa la situazione ha da dire, automaticamente la risposta sarà sempre sbagliata. Devi scegliere la risposta che realmente risolve la domanda altrimenti quella domanda si ripeterà in eterno. E la risposta te la deve dare la situazione: è la situazione che deve selezionare la risposta giusta per te in quel momento.
Perché vedi, quando ti fai una domanda, tu già conosci le risposte. In particolar modo tu, per ogni domanda che hai, hai 2 risposte chiare e precise. Se ce ne sono di più, è solo perché la personalità sta cercando di confonderti e di farti sprecare energie fino a che non torni a dormire.
Per fare una domanda, tu devi per forza avere già le risposte. Perché devi avere già dentro di te i dati che ti permettono di creare quella domanda. E in questi stessi dati c’è la risposta.
Ma perché ci sono sempre 2 risposte chiare e precise alle tue domande? Semplice, perché tu hai 2 spalle e 2 orecchi. Quindi una risposta per lato.
A sussurrare al tuo orecchio sinistro, comodamente sbracato sulla tua spalla sinistra c’è il tuo diavoletto. Chi è il tuo diavoletto? È la tua personalità, che dolcemente ti sussurra di scegliere la via facile e veloce, di non infilarti in situazioni che non conosci, di non metterti in gioco perché potresti soffrire. Ti sussurra di continuare a fare quello che hai sempre fatto, perché è semplice. Non richiede sforzi. Ti sussurra di abbandonarti alla tua inerzia.
Questa risposta è dolce e ti fa sentire bene, perché continuare a fare quello che hai sempre fatto è molto facile. Sono anni che ripeti le stesse cose e quindi sei allenato. E quando sei allenato a fare qualcosa, la fai senza sforzo.
Ma la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. E se ti abbandoni al volere della tua personalità, non fai altro che essere trascinato giù nel disordine e nella distruzione.
Sull’altra spalla, quella destra, ritto in piedi, sta il tuo angioletto. Sempre affannato, sempre intento a cercare di farti cambiare direzione. Perché vuole farti cambiare direzione? Perché sa che sei trascinato dalla tua inerzia e sa che così arriverai sempre in un posto peggiore di quello in cui sei ora. Sa che scenderai sempre a un livello più basso di te stesso se non ti sforzi di cambiare direzione.
L’angioletto è il tuo vero io che cerca di crescere, è il tuo vero io che cerca di far sentire la sua voce. E ti sussurra qualcosa che tu senti immediatamente essere la risposta giusta per te, quella che ti porta reale vantaggio. Ma allo stesso tempo senti un disagio, senti che questa risposta ti mette in crisi e che potresti soffrire molto nel metterla in pratica.
Perché ti senti così? Perché la risposta del tuo diavoletto ti fa sentire bene anche se senti che è sbagliata? E perché quella del tuo angioletto ti fa stare male anche se senti che è quella giusta?
Semplice se osservi come funzioni. Tu hai una mente, un cuore e un corpo. Quando la mente e il corpo non vanno d’accordo, quando la mente dice una cosa e il corpo ne fa un’altra, quando la mente si aspetta una cosa e il corpo ne percepisce un’altra, automaticamente il tuo cuore ti fa stare male. Le emozioni che provi semplicemente ti segnalano se c’è o non c’è allineamento tra la tua mente e le tue azioni.
Il diavoletto cosa prova a fare? Cerca di riallineare le tue memorie con le tue azioni. Sta cercando di farti ricadere nel sogno che avevi fino a 5 minuti fa, in quel sogno in cui le azioni che fai sono giuste e se stai male la colpa è di un mondo sbagliato. Tu hai visto che quelle azioni per te sono dannose ma questo riallineamento è davvero piacevole e ci vuole molta forza di volontà per non cedere alle lusinghe dell’essere cornuto.
L’angioletto invece sta cercando di mantenere il disallineamento tra ciò che stai vedendo e ciò che fai per permetterti di avere il tempo di accumulare l’energia necessaria per decidere volontariamente di cambiare. Ma questo disallineamento ovviamente produce disagio. L’angioletto sta cercando di farti tornare sereno cambiando le tue azioni per allinearle alla tua nuova visione e non tornando a pensare come prima per riallinearti alle tue azioni automatiche.
Ed ecco perché, anche se la domanda che hai è giusta, non dovresti quasi mai farla a nessuno. O almeno dovresti farla solo a chi sei certo ti aiuterà solo a sostenere la domanda senza darti alcuna risposta.
Anche questo è semplice. Finché sei da solo con te stesso o con te stessa, tu senti chiaramente qual è la risposta giusta e quale quella sbagliata. E dato che la risposta sbagliata è quella dettata dalla personalità, cioè dall’esterno, finché sei solo o sola il tuo vero io ha la forza di battersi e di vincere. Se rimani solo con te stesso o te stessa e la domanda per il tempo necessario, sicuramente tornerai sempre con la risposta che ti permette di dare reale direzione alla tua vita.
Ma la personalità è molto furba. E sa che da sola contro il tuo vero io è destinata a soccombere. Così cerca alleati. E chi è l’alleato della personalità? L’esterno.
Hai questa domanda che ormai è nata e non ti lascia andare. E così vai a parlare con qualcuno, vai alla ricerca di qualcuno che ti dia la risposta facile, la risposta che non ti fa mettere in discussione. E in questo modo tutto pende verso la risposta diabolica: tu hai la coscienza pulita di star seguendo quello che ti consigliano altri e la tua personalità è salva!
Una partita giocata magistralmente. Peccato che a giocarla magistralmente è la tua personalità e non tu.
È una partita perfetta perché la personalità sa che le persone, quando interrogate, daranno sempre la risposta facile. Perché? Perché si troveranno nella tua stessa identica situazione: gli è stata fatta una domanda e hanno 2 risposte, 1 facile e una difficile. Quella facile è dirti quello che vuoi sentirti dire, quella difficile è dirti che dovresti fare quello che ti viene difficile.
Vedi?! È una partita perfetta perché la personalità ti fa credere che tu stai giocando ad armi pari ma in realtà ti ha portato su un terreno dove la sua probabilità di vincere è del 99%.
E tu continuerai a perdere e ogni volta che ti risveglierai scoprirai che la situazione è sempre peggiore. E che ora seguire la retta via è ancora più difficile e duro di prima perché ti sei ulteriormente allontanato dalla tua meta.
La personalità usa la tua mente contro di te. Ti illude che la cosa più reale della tua vita sono i tuoi pensieri. Che quello che pensi è ciò che accade realmente. Ma i tuoi pensieri sono solo immaginazione. L’intelligenza della tua mente è solo uno strumento che ti permette di indagare la profondità di alcuni aspetti della realtà che ti circonda ma non è la realtà.
Se cerchi di infilare la realtà nella tua logica, non ci entrerà mai e per tentare di farlo finirai a smettere di esistere realmente per esistere solo psicologicamente. Per esistere solo in quel mondo illusorio che la tua mente è in grado di immaginare.
Per conoscere la realtà hai bisogno di utilizzare l’intelligenza di tutto il tuo corpo. Hai bisogno di utilizzare l’intelligenza di ogni tua cellula.
Tu hai idea di come funzioni? Le tue cellule lo sanno perfettamente. Tu hai idea di come erano fatti e di cosa facevano i tuoi antenati 2000 anni fa? Le tue cellule lo sanno così bene che il loro naso è ancora sulla tua faccia.
Se ti limiti a usare la tua logica, vieni usato. E quando sei vittima sei sempre in gabbia. E così il ragionamento base della logica diventa:
Voglio essere felice. Ma devo morire un giorno. Allora come si può essere felici?!
Vedi come suona bene. Ma non è reale. Quante volte sei stato felice in vita tua? Quante volte ti sei innamorata?
Se provi ad analizzare l’amore logicamente l’unico risultato che ottieni è che quando sei innamorato sei diventato deficiente.
Ma non è reale. Lo sai che quando sei innamorato e felice stai vivendo la vita appieno.
“Penso dunque sono” è la più grande fregatura che si è installata nella tua memoria. È così radicata che non ci fai neanche più caso.
Ma se è vero che pensi e dunque sei. Se è vero che la tua esistenza è prodotta dal tuo pensiero e che tu sei il produttore di questo pensiero, perché la tua esistenza non è tutta rose e fiori?! Se sei tu a decidere la realtà in base al tuo pensiero, dovrebbe essere scontato che crei solo un paradiso.
La verità è che “tu sei e dunque puoi pensare.”
E quando devi pensare? Quando serve, perché se pensi quando non serve crei solo un gran casino. E nella confusione la tua personalità va a nozze e riprende sempre il controllo. Per questo ti tiene costantemente a mollo nei tuoi pensieri, perché sa che la tua prigione mentale è il luogo da cui hai più difficoltà a liberarti.
Tu sei e dunque puoi pensare. Se tu sei realmente, se tu sei qui e ora nella tua esistenza, puoi pensare quando devi indagare e puoi non pensare quando non c’è nulla da indagare mentalmente. Perché l’esistenza per gran parte richiede di essere conosciuta con altre intelligenze che sono dentro di te e che devi attivare. E ognuna ha il suo ruolo e la sua funzione.
Ci sono molti tipi di intelligenze dentro di te e se non entri in contatto con tutte non avrai mai una visione reale di te stesso e di ciò che ti circonda.
Distaccati dai tuoi pensieri. Ascolta il tuo corpo e le sue risposte. Scegli ciò che senti giusto. Non aver paura di soffrire.
Puoi non prenderti la responsabilità oggi e soffrire involontariamente domani. Oppure puoi avere coraggio e soffrire volontariamente. Puoi andare contro la tua inerzia e scoprire domani che hai lasciato andare pesi così grandi da farti alleggerire così tanto da poter staccarti da terra e salire verso il tuo cielo.
Nella vita si paga tutto, sempre. Sta a te decidere se vuoi pagare solo per coprire i debiti che hai generato senza accorgertene o pagare per comprare un paio di ali e salire volontariamente nei tuoi livelli superiori.
A te la scelta.
COME SCEGLIERE L’ALTERNATIVA CORRETTA
E così siamo alla fase 3 della negoziazione collaborativa. Nella prima hai individuato i blocchi di chi hai davanti. Nella seconda li hai stimolati per verificare quanto fossero limitanti e hai scoperto dove chi ti parla sente più dolore. Quel dolore non è necessario, è solo frutto della pressione che costantemente il blocco esercita nella sua vita. Quel dolore può essere velocemente eliminato ma per farlo bisogna spostarsi.
La fase 3 è molto delicata perché, se non stai attento, la persona con cui stai trattando cercherà di scappare dal dolore e rifugiarsi in una delle strade abitudinarie che ha già percorso in passato senza successo.
Come fai a capire che sta cercando di scappare?
Facilissimo: immediatamente inizierà a cercare giustificazioni del perché esiste quel blocco e di come non si possa fare niente per superarlo. Ti inizierà a fare obiezioni, ti dirà che non dipende da lui, che non si può fare niente. Cercherà in ogni modo di scappare per non sentire più la pressione.
In questa fase lo vedrai tentare di riprendere una strada che sente sicura ma che già ha ammesso non l’ha portata da nessuna parte o, fai attenzione, lo vedrai prendere la strada ancora più sicura di non fare nulla e rimanere fermo nella condizione in cui si trova. Questo perché dà più sicurezza stare in una condizione conosciuta anche se brutta rispetto a muoversi verso una condizione potenzialmente migliore ma al momento sconosciuta.
In questa fase il tuo compito è letteralmente quello di distruggere tutte le obiezioni che ti farà. Ma non devi farlo per lui, devi collaborare con lui affinché si renda conto da solo che le strade che sta cercando di prendere sa benissimo non lo portano da nessuna parte.
Quindi fai attenzione a distruggere tutte le obiezioni riportando alla sua attenzione cosa ha detto in precedenza. Usa le sue parole, quelle che hai segnato nella tua mente durante la fase di rapporto. Lasciagli il tempo per riflettere e per farlo giungere da solo alla consapevolezza che le sue obiezioni rappresentano proprio i limiti che al momento gli impediscono di ottenere ciò che vuole.
Ricordati di distruggere l’obiezione più pericolosa: quella di non fare nulla e rimanere nella stessa situazione in cui si trova.
Ricordati che tra gli input più motivanti per un essere umano c’è quello di “non sentirsi stupido”.
Quando la chiarezza ti mostra che le tue azioni sono stupide vuoi immediatamente cambiarle. Aiuta chi hai davanti a fare chiarezza dentro di sé.
Non devi infilargli nulla dentro con la forza. Devi semplicemente lanciare un seme con le tue domande e lasciargli il tempo di affondare e iniziare a germogliare. Una volta che cominceranno a uscire le prime foglioline sarà lui stesso a rendersi conto della stupidità e mancanza di visione che ha avuto e vorrà immediatamente cambiare la situazione.
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